Pink Floyd

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l gruppo, nato a Londra nel 1965,[14][15] viene fondato dal cantante e chitarrista Roger Keith “Syd” Barrett, dal bassista George Roger Waters, dal batterista Nicholas Berkeley “Nick” Mason e dal tastierista Richard William “Rick” Wright. Nel dicembre del 1967 si aggiunge al gruppo il chitarrista David Jon “Dave” Gilmour,[14][15] che si affianca e quindi si sostituisce definitivamente a Barrett, progressivamente emarginatosi dal gruppo a causa del pesante uso di droghe e di una forma di alienazione.

Il gruppo, dopo essersi fatto notare grazie a lavori di stampo psichedelico, raggiunge la maturità con Atom Heart Mother e Meddle, e si afferma a livello mondiale con The Dark Side of the Moon e i successivi album, tra cui Wish You Were Here, Animals e The Wall, che consegnano i quattro alla storia del rock.[16] La formazione non subisce sostanziali cambiamenti fino al 1985,[15] escludendo una parentesi di alcuni anni in cui Wright figura solo come turnista.[14] Nel 1985 Waters abbandona il gruppo e i membri rimanenti, dopo aver vinto la breve battaglia legale per stabilire a chi spettasse continuare a usare il nome “Pink Floyd”, pubblicano successivamente altri due album in studio: A Momentary Lapse of Reason e The Division Bell. La formazione cessa la propria attività nel 1995,[14]sciogliendosi definitivamente nel 2006, quando Gilmour nega ufficialmente la possibilità di una riunione.[17] Nel 2008, con la morte di Wright, si spengono di fatto le speranze dei fan di rivedere il gruppo dal vivo con tutti e quattro i componenti al completo. Tuttavia, il 5 luglio 2014 viene annunciata da Polly Samson, moglie di David Gilmour, la pubblicazione a ottobre dello stesso anno di un quindicesimo album in studio, The Endless River.

Le origini

I Pink Floyd si sono formati a Londra nel 1965, quando Syd Barrett si unisce ad un gruppo musicale di studenti dell’Istituto Politecnico di Architettura della capitale britannica, per sostituire un cantante di nome Chris Dennis:[19] il gruppo si chiama The Tea Set e in esso figurano Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright e Bob Klose.[20][21] Il gruppo riscuote un moderato successo, affermandosi come una delle più popolari formazioni dell’underground londinese alla fine degli anni sessanta.[22][23]

La chitarra di Syd Barrett

Quando i Tea Set scoprono che il loro nome è già stato usato da un altro gruppo, Barrett propone “The Pink Floyd Sound”, unione dei nomi di due bluesman: Pink Anderson e Floyd “Dipper boy” Council, letti tra i crediti di un album di Piedmont blues.[20] La parola “Sound” viene presto rimossa, mentre l’articolo “The” resistette fino al 1970 e viene usato per identificare i lavori dell’era Barrett. I due album del 1969, More e Ummagumma, i primi del periodo post-Barrett, riportano la dicitura “Pink Floyd”, ma tra i crediti si trova scritto “prodotto dai The Pink Floyd”. Sul vinile Atom Heart Mother, datato 1970, terzo album dopo l’uscita di Barrett, è scritto invece “The Pink Floyd” e sotto “prodotto dai Pink Floyd”.[24] David Gilmour, tuttavia, continua ad utilizzare l’articolo fino al 1984.[21]

Bob Klose, data la sua attitudine prettamente blues che gli fa preferire le più conservatrici chitarre semi-acustiche rispetto alle Fender Stratocaster, nonché su pressioni del padre e dei tutor del Politecnico, abbandona il gruppo dopo aver registrato solamente un demo in acetato. Si tratta di una registrazione mai data alle stampe, Lucy Leave/I’m a King Bee, in cui il secondo brano è una cover di una famosa canzone di Slim Harpo.[25] La formazione vede ora Barrett alla voce e alla chitarra, Waters al basso, Wright alle tastiere e Mason alle percussioni. Syd comincia subito a scrivere canzoni, influenzato dalla corrente psichedelica che in quegli anni vive il periodo di massimo splendore, e le sue creazioni vengono riprodotte nei frequenti concerti presso l’UFO Club, il Marquee Club e la Roundhouse, locali simbolo della scena underground londinese.[26] Alla fine del 1966 il gruppo viene invitato a contribuire alla colonna sonora del documentario Tonite Let’s All Make Love in London di Peter Whitehead, con i brani Interstellar Overdrive e Nick’s Boogie, registrati nel 1967. Stralci di queste registrazioni si trovano nel film London ’66–’67, uscito nel 2005, firmato dallo stesso regista.

Con l’aumentare della popolarità, nell’ottobre del 1966, il gruppo forma, assieme ai manager Peter Jenner e Andrew King,[21] la Blackhill Enterprises, una società finalizzata alla distribuzione dei singoli Arnold Layne nel marzo del 1967 e See Emily Play nel giugno dello stesso anno. Il primo brano raggiunge la posizione numero 20 nelle classifiche britanniche, mentre il secondo attinge la numero 6,[21] fruttando al gruppo la prima apparizione in TV al programma Top of the Pops nel giugno del 1967……[continua] (Fonte Wikipedia)

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